I miei libri


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I miei libri


Il loro colore è il colore semplice e vivace dei fiori di campo,
il loro odore è quello che mi inebria l'anima,
il loro sapore è quello di un cibo sano che non sazia,
il rumore delle loro pagine è quello della mia curiosità,
di tutti quei libri che vorrei leggere, di tante cose che ancora non so.
Mentre leggo mi ascoltano..li ascolto,
mi parlano, sanno le parole che vorrei ascoltare,
ciò che mi piace e ciò che mi fa arrabbiare,
sono gli unici che sanno tutto di me,
e lo sanno perché ti fregano con una parola, una frase, un odore, un luogo.
Conoscono i miei pensieri, i miei desideri, le mie emozioni, le mie paure.
Sono amici fedeli perché non raccontano quello che sanno,
quando tutti vanno via, loro rimangono lì,
mi strizzzano un occhio ..e so già che non sono più sola.

mercoledì 9 febbraio 2011

"Marianna Sirca" Grazia Deledda






Sullo sfondo della Serra nuorese, di una foresta ridente e foglie lacrimanti..tra il vento e la voce della tanca, animata dai canti degli usignoli, si dipana la tormentata storia d’amore tra la possidente Marianna Sirca e il bandito Simone Sole.
Troppi diversi, troppo distanti i loro mondi, la padrona e il servo, anche se entrambi servi, entrambi prigionieri.
La determinazione di Marianna,la volontà di dichiararsi finalmente libera,padrona della propria vita, delle sue scelte, anche nell’abisso della sua solitudine.
E poi l’amore forte per Simone che non torna, ma lei “Lo sapeva, che sarebbe tornato, e si accorgeva che era rimasta lì sulla soglia ad aspettarlo”, forse per sempre.
Nel buio della sua stanza chiudeva forte gli occhi Marianna, per non piangere, ricordando le parole di Simone: ”Una donna che ama un uomo come me non deve piangere[..] e le pareva di avere un legaccio ai polsi, una catena ai piedi.[..]Questo era dunque l’amore: affanno nascosto nel più profondo del cuore”, dolce e doloroso, quell’amore che Marianna non aveva mai provato.
La Deledda fa uso di un linguaggio vero, ci offre la pittura di un quadro vivo, che pulsa, di un grande affresco, e nello scavare nelle paure e nei pensieri più intimi dei protagonisti, e nella descrizione dei luoghi, dei paesaggi, una tavolozza e un innesto di colori che conferiscono al romanzo quel giusto tocco poetico.
La malinconia, forse la visione pessimistica di un destino al quale non si può sfuggire.

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