I miei libri


Benvenuti!


I miei libri


Il loro colore è il colore semplice e vivace dei fiori di campo,
il loro odore è quello che mi inebria l'anima,
il loro sapore è quello di un cibo sano che non sazia,
il rumore delle loro pagine è quello della mia curiosità,
di tutti quei libri che vorrei leggere, di tante cose che ancora non so.
Mentre leggo mi ascoltano..li ascolto,
mi parlano, sanno le parole che vorrei ascoltare,
ciò che mi piace e ciò che mi fa arrabbiare,
sono gli unici che sanno tutto di me,
e lo sanno perché ti fregano con una parola, una frase, un odore, un luogo.
Conoscono i miei pensieri, i miei desideri, le mie emozioni, le mie paure.
Sono amici fedeli perché non raccontano quello che sanno,
quando tutti vanno via, loro rimangono lì,
mi strizzzano un occhio ..e so già che non sono più sola.

giovedì 14 ottobre 2010


“Diario di scuola” Daniel Pennac


E che dire del Prof. Pennacchioni?

In questo libro ci svela il suo “piccolo-grande segreto”.Nessuno di noi poteva immaginare che il Prof. Pennacchioni da ragazzo andasse malissimo a scuola, era come egli stesso si definisce un “somaro”, e allora ci chiediamo: come ha fatto a “diventare”?ricordi autobiografici misti ad un’acuta riflessione sul mondo della scuola, sull’importanza nell’incontrare quel Prof. ,uno solo sì “è sufficiente un professore-uno solo!-per salvarci da noi stessi e farci dimenticare tutti gli altri”. Il punto di vista degli alunni, anzi dei “somari”,e conoscendo molto bene il soggetto, Pennac, con ironica serietà, interloquisce costantemente con il “somaro” che era in lui. Nella brevità dei capitoli si concentrano episodi di Pennacchioni alunno e professore, dal banco alla cattedra, il suo continuo scavare nel “mal di scuola”, questo stato di disagio che attraversa tanti ragazzi, ma anche una gran sete di conoscenza, di imparare che, al contrario di tanti luoghi comuni, anima i giovani d’oggi come quelli di ieri. È con straordinaria dolcezza che Pennac eleva il concetto di “amore” a luogo e momento principe nell’interazione alunno-professore, l’amore il motore di ogni relazione pedagogica. Ed ecco la metafora alata di Pennac a proposito delle rondini che si apprestano a migrare: “Quelle che non stanno in riga. Che non seguono la retta via. E gozzovigliano ai margini. Risultato:vetro fisso.Toc! Tramortita sul tappeto.Allora uno di noi si alza, prende la rondine stordita nel palmo della mano – non pesa quasi niente, ossa piene di vento - , aspetta che si risvegli, e la manda a raggiungere le sue amiche.La resuscitata vola via, ancora un po’ intontita, zigzagando nello spazio ritrovato, dopodiché punta dritto a sud e sparisce nel suo avvenire. Ecco, la mia metafora vale quel che vale, ma è questo l’amore in materia di insegnamento, quando gli studenti volano come uccellini impazziti. ” Un libro per tutti, professori, alunni, genitori,una lettura consigliata per tutte le scuole del mondo.

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