I miei libri


Benvenuti!


I miei libri


Il loro colore è il colore semplice e vivace dei fiori di campo,
il loro odore è quello che mi inebria l'anima,
il loro sapore è quello di un cibo sano che non sazia,
il rumore delle loro pagine è quello della mia curiosità,
di tutti quei libri che vorrei leggere, di tante cose che ancora non so.
Mentre leggo mi ascoltano..li ascolto,
mi parlano, sanno le parole che vorrei ascoltare,
ciò che mi piace e ciò che mi fa arrabbiare,
sono gli unici che sanno tutto di me,
e lo sanno perché ti fregano con una parola, una frase, un odore, un luogo.
Conoscono i miei pensieri, i miei desideri, le mie emozioni, le mie paure.
Sono amici fedeli perché non raccontano quello che sanno,
quando tutti vanno via, loro rimangono lì,
mi strizzzano un occhio ..e so già che non sono più sola.

venerdì 29 ottobre 2010




“L’ignoranza” di Milan Kundera

Mi ha incuriosito il titolo di questo libro,è veloce da leggere, anche se in realtà sfiora argomenti complessi oggetto di discussione (importanza della memoria, il valore del passato nella vita di un uomo ecc. ecc. )
“In spagnolo, "añoranza" viene dal verbo "añorar" ("provare nostalgia"), che viene dal catalano "enyorar", a sua volta derivato dal latino "ignorare". Alla luce di questa etimologia, la nostalgia appare come la sofferenza dell'ignoranza”. (pag.12)

Il romanzo è una messa a fuoco sulla figura dell’esule, romanzo psicologico,lo sguardo rivolto all’Uomo. Le vicende di un uomo e di una donna, Josef e Irena ,due praghesi, andati in esilio al momento dell’occupazione russa..Irena in Francia, Josef in Danimarca, le loro vite si separano per vent’anni, ma entrambi maturano sensazioni e sentimenti che li accomunano. Ritornano nella loro terra dopo la caduta del comunismo, non riescono però a capire se amano oppure odiano il loro paese,se è ancora vivo in loro il senso di appartenenza a quei luoghi, a quegli odori, o se si sentono stranieri in terra propria. I due si accorgono di ricordare solo frammenti di persone e luoghi, di “Ignorare” e di essere “Ignorati”,sostanzialmente sono soli, proprio come un tempo, prima dell’esilio. Non è un “Grande Ritorno”. Gli amici che rivedono sembrano non interessarsi a ciò che è stata la loro vita vissuta in altri posti, lontana da Praga,entrambi paragonano la loro esperienza a quella di Ulisse.Ha veramente Ulisse desiderato il ritorno?oppure tutto è stato dettato da una necessità morale? E Penelope ritrovandolo dopo tanti anni, lo avrà davvero amato come un tempo? Irena e Josef si incontrano per caso sulla via del ritorno a Praga e si danno un appuntamento. Irena, in quell’incontro con Iosef, crede, anche se per poco, di trovare quell’intesa non più sperata. Anche Josef sembra rivivere in quegli attimi emozioni e sensazioni che credeva ormai spente per sempre, ma tra di loro c’è un abisso,lui ignora chi sia quella donna con cui sta vivendo un momento magico, e lei invece si illude di riannodare i fili del passato. L’illusione dura poco, non resta che guardare al presente, a quella che è ormai la sola “patria” rimasta, con cui fare i conti. Il ritorno dell’esule, la nostalgia, il disagio del ritorno, il tema centrale dell’amore, il matrimonio che inaridisce l’erotismo, sono questi soltanto alcuni dei temi affrontati o sfiorati in questo romanzo a mio avviso commovente, dalla lettura molto rapida. Il libro offre un momento di riflessione su cosa significhi guardare al passato per chi ha dovuto lasciare la propria terra, e sui cambiamenti e nuove realtà dei Paesi dell’Est all’indomani della caduta del comunismo.

Nessun commento:

Posta un commento

Inserisci il tuo commento...