I miei libri


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I miei libri


Il loro colore è il colore semplice e vivace dei fiori di campo,
il loro odore è quello che mi inebria l'anima,
il loro sapore è quello di un cibo sano che non sazia,
il rumore delle loro pagine è quello della mia curiosità,
di tutti quei libri che vorrei leggere, di tante cose che ancora non so.
Mentre leggo mi ascoltano..li ascolto,
mi parlano, sanno le parole che vorrei ascoltare,
ciò che mi piace e ciò che mi fa arrabbiare,
sono gli unici che sanno tutto di me,
e lo sanno perché ti fregano con una parola, una frase, un odore, un luogo.
Conoscono i miei pensieri, i miei desideri, le mie emozioni, le mie paure.
Sono amici fedeli perché non raccontano quello che sanno,
quando tutti vanno via, loro rimangono lì,
mi strizzzano un occhio ..e so già che non sono più sola.

mercoledì 3 novembre 2010





La campana di vetro” (The Bell Jar, 1963) di Sylvia Plath

Un romanzo autobiografico che ripercorre quelle che sono state le vicende personali della Plath.Pubblicato con lo pseudonimo di Victoria Lucas poco meno di un mese prima del suicidio avvenuto nel 1963, a soli trentun anni,“ La campana di vetro” è lo specchio della tormentata vita di una donna dotata di una grande sensibilità, soffocata e costretta a vivere in una “campana” che le toglie l’aria. Esther (Sylvia) la protagonista, vince una borsa di studio per un tirocinio a New York per un’importante rivista di moda, questo soggiorno potrebbe rappresentare la svolta della vita di una ragazza di provincia, e offrirle anche la possibilità di fuga dalla famiglia. Esther Greenwood, studentessa brillante, a New York si sentirà come “un cavallo da corsa in un mondo senza piste”, farà nuovi incontri, nuove amicizie,diventerà amica di Doreen, una ragazza molto disinibita, a cui lei tenterà in tutti i modi di somigliare, nonostante la poca considerazione che nutre nei suoi confronti. In eterna lotta con se stessa tornerà a vivere con la madre, è il periodo della depressione, che non le dà tregua, lo psichiatra le prescrive la crudele terapia dell’elettroshock. Falliscono i suoi molteplici tentativi di suicidio,e sopravvive anche all’ultimo; ricoverata in un istituto psichiatrico viene nuovamente sottoposta ad un’intensa e sofferta terapia.”La Campana di vetro” simbolo dell’America maccartista degli anni Cinquanta (siamo in piena Guerra Fredda), dell’ambiente soffocante in cui la protagonista si trova a vivere, “la campana”, icona di condizionamenti sociali a cui fu sottoposta in quel periodo l’individualità di ognuno. Nella prima parte del libro si delinea la figura della ragazza di provincia, che fa il suo debutto in società, in una città,New York, dove la protagonista dovrebbe trovare il suo ruolo, la sua affermazione sociale, le tentazioni a cui è sottoposta hanno tutti esito negativo, da una parte le aspirazioni personali,il successo, dall’altro la sua educazione improntata su ferrei principi morali,l’importanza del matrimonio, della verginità. Sono tanti i rimandi Fitzgeraldiani, al Grande Gatsby,alcuni critici hanno persino paragonato il libro ad una versione femminile del Giovane Holden di Salinger.Nella seconda parte scatta la follia, scatenata dalla routine quotidiana, la pazzia che dilaga nel tentativo del suicidio,anche il linguaggio si spoglia delle sue coloriture ironiche. La terza e ultima parte del romanzo è l’avvio alla “normalità”,la riabilitazione, la continua ricerca della sua identità. Questo libro si deve leggere almeno due volte, e per capirne le sfumature, sarebbe meglio conoscere prima un po’ della breve e tormentata vita di questa grande scrittrice, ci sono dei capitoli violenti, di dolore. Uno splendido e toccante romanzo.

1 commento:

  1. Letto e amato!
    Recensione precisa, attenta, dettagliata, che condivido pienamente e avrei voluto saper scrivere io. È proprio vero: "Questo libro si deve leggere almeno due volte" e, per capirne le sfumature, io rimando alla vita ed alle poesie della Plath, splendide, forti, terribili e toccanti.

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