I miei libri


Benvenuti!


I miei libri


Il loro colore è il colore semplice e vivace dei fiori di campo,
il loro odore è quello che mi inebria l'anima,
il loro sapore è quello di un cibo sano che non sazia,
il rumore delle loro pagine è quello della mia curiosità,
di tutti quei libri che vorrei leggere, di tante cose che ancora non so.
Mentre leggo mi ascoltano..li ascolto,
mi parlano, sanno le parole che vorrei ascoltare,
ciò che mi piace e ciò che mi fa arrabbiare,
sono gli unici che sanno tutto di me,
e lo sanno perché ti fregano con una parola, una frase, un odore, un luogo.
Conoscono i miei pensieri, i miei desideri, le mie emozioni, le mie paure.
Sono amici fedeli perché non raccontano quello che sanno,
quando tutti vanno via, loro rimangono lì,
mi strizzzano un occhio ..e so già che non sono più sola.

martedì 16 novembre 2010

"Accabadora" di Michela Murgia




Questo libro mi ha sorpreso, per il ritmo, per l’alone di mistero, per i contenuti e i significati che esso veicola.
Sin dalle prime pagine sono stata rapita da un linguaggio che conferisce un’aura poetica a tutta l’opera.
Un tema difficilissimo e delicato da affrontare e di cui si parla molto poco.
Michela Murgia ci immerge in un universo simbolico che evoca strane figure, una realtà intrisa di storie, credenze popolari, nenie, che rimandano al passato, riti cerimoniali che stabilivano l’appartenza ad una comunità, ad un sapere tacito e condiviso.
Le due protagoniste: Maria, l’ultima di quattro figlie, e Tzia Bonaria Urrai, la vecchia sarta del paese, che la prende con sé, perché la famiglia di Maria ha già troppe bocche da sfamare: “Tutt’a un tratto era come se fosse stato sempre così, anima e fill’e anima, un modo meno colpevole di essere madre e figlia”.
Maria si abituerà molto presto ai silenzi di Tzia Bonaria, sono tante le domande a cui la ragazzina non sa dare una risposta: “Dove va la vecchia sarta quando con passo veloce e leggero esce di notte e si perde nell’oscurità, avvolta nel suo scialle nero?”
Tra le due nascerà un rapporto molto particolare, le loro vite legate per sempre, una verità che brucia più del fuoco, un qualcosa di impronunciabile, un peso che è come un macigno in fondo alle coscienze.
Leggendo questo testo, in un punto ho sentito qualcosa che “mancava”, esattamente quando Maria lascia la sua terra per andare al nord, ho notato una cesura molto evidente con la prima parte del libro, che quasi disorienta il lettore, ad un certo punto ho avuto quasi la sensazione che stessi leggendo un altro testo. Forse la cosa è stata voluta dall’autrice stessa, per meglio marcare le differenze culturali ed ambientali, da una parte il paese d’origine e dall'altra il nuovo mondo dove Maria viene improvvisamente catapultata, o per meglio sottolineare il cambiamento e la volontà della ragazza di tagliare tutti i fili con il suo passato, cosa molto difficile da attuarsi. Il libro mi è molto piaciuto tranne che per questa nota un po’ “disarmonica”. Avrei voluto che il libro tenesse il ritmo e lo stile poetico iniziali, quest'ultimo reso “robusto” dall’uso di idiomi tipici di quelle dolci terre, che mi ha letteralmente rapita sin dalle prime pagine..come un canto.
Leggetelo, in ogni caso non lo dimenticherete!

2 commenti:

  1. Sei Sempre Brava, Mi piace questa recensione....

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  2. Grazie..è veramente un bel libro..contenta di averlo letto:-))))

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