
“De Profundis” Oscar Wilde
E’ la lunghissima lettera che Wilde scrisse al suo amante, Alfred Douglas “Boisie”, mentre era detenuto per sodomia nella prigione di Reading, dove scontò due anni ai lavori forzati.
Entriamo in punta di piedi e in silenzio nell’intimità di un uomo, ne ascoltiamo il dolore, lo immaginiamo nella sua cella buia mentre scrive queste parole.
Un uomo solo, umiliato, si confessa. Rimprovera l’amante che lo abbandona proprio nel momento in cui lui ne ha più bisogno,gli rimprovera la sua mancanza di “immaginazione”,e la cosa più tremenda è che Boisie cerca di rendere pubbliche alcune delle lettere private inviategli da Wilde.
Un uomo condannato a due anni di lavori forzati,in condizioni disumane, non perché si fosse macchiato di chissà quale atroce reato, ma processato e condannato solo per aver amato, per aver amato un’altra persona.
Una lettera amara, dove maschera e volto convivono, troviamo l’uomo e l’artista, perseguitato dai “filistei” del tempo, le rivendicazioni della sua Arte. E anche se con parole taglienti rivolgendosi a Boisie scrive: “Mentre seduto in questa cella buia vestito da carcerato, uomo rovinato e coperto di disonore, io biasimo me stesso [..] mi biasimo per aver permesso che un’amicizia non intellettuale, [..]dominasse completamente la mia vita [..] mi biasimo per averti permesso di portarmi alla totale vergogna e rovina finanziaria”, nonostante queste dure parole, io non ho trovato odio in questa lettera, ma perdono, amore, una grande sensibilità che travolgono l’uomo e l’artista, con la forza di una mare in tempesta che infrange le sue onde sulla roccia, e scava, scava..emozioni, pensieri, ricordi, Amore, con tutta l’Umanità che gli arriva e gli parla..che ci parla, “Dal Profondo”.
Assolutamente da leggere!
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