
Dall’estro e dall’innata eleganza della sua penna nasce “E disse”
Un canto, un inno..
De Luca ci presenta Mosè , l’uomo e il prescelto, definito come “Il primo alpinista”:
”Il vento gli arruffava i capelli e sgomberava i pensieri. Con l’ultimo passo di salita toccava l’estremità dove la terra smette e inizia il cielo[..]Era di quelli che afferrano una frase dove gli altri intendono un chiasso”.
La storia, le peripezie, gli affanni di un popolo e di un uomo, investito dal difficile compito di condurlo in una nuova terra, ma anche un uomo fra gli uomini: “L’annuncio di una residenza nuova, predicato dal loro profeta, aveva questa formula d’invito:Terra che ha mestruo di latte e di miele. Era promessa di abbondanza legata al verbo della fertilità femminile, del loro ciclo”.
Quello che mi colpisce di questo autore è la sua grazia, la straordinaria capacità di evocare suoni, luoghi..il dono di condensare un concetto, anche in una sola parola che unita ad un’altra si ammanta di un significato profondo che arriva dolce e prepotente, ti sorprende, e ti spiazza!
L’oppressione di un popolo, temi tremendamente attuali.
Senti le grida di libertà, di speranza, di riscatto..e tutto ciò scorre in questo libro con l’impeto dell’acqua, come fuoco e grandine..promessa di latte e miele..nelle vene di un popolo.