I miei libri


Benvenuti!


I miei libri


Il loro colore è il colore semplice e vivace dei fiori di campo,
il loro odore è quello che mi inebria l'anima,
il loro sapore è quello di un cibo sano che non sazia,
il rumore delle loro pagine è quello della mia curiosità,
di tutti quei libri che vorrei leggere, di tante cose che ancora non so.
Mentre leggo mi ascoltano..li ascolto,
mi parlano, sanno le parole che vorrei ascoltare,
ciò che mi piace e ciò che mi fa arrabbiare,
sono gli unici che sanno tutto di me,
e lo sanno perché ti fregano con una parola, una frase, un odore, un luogo.
Conoscono i miei pensieri, i miei desideri, le mie emozioni, le mie paure.
Sono amici fedeli perché non raccontano quello che sanno,
quando tutti vanno via, loro rimangono lì,
mi strizzzano un occhio ..e so già che non sono più sola.

venerdì 1 giugno 2012

Stoner di Jhon Williams

Chi è Stoner? William Stoner è un ragazzo di campagna che nel 1910 si iscrive all’Università del Missouri e diventa professore, dedicando all’insegnamento una vita intera. Una storia come tante, ma in questo libro quella che al primo impatto sembrerebbe una storia ordinaria assume i contorni di qualcosa di straordinario, quell’atto di straordinarietà che difficilmente si intravede nello scorrere naturale e routinario della vita quotidiana. Della trama non vi dirò quasi nulla, o forse ho già detto troppo; per la semplicità potrebbe non incuriosirvi, e se è pur vero che la trama di questo libro è semplice, i fili dell’ordito sono molto intricati, attorcigliano piano piano il tessuto narrativo che insieme concorrono a formare, rendendolo complesso e difficile da dipanare. Stoner è il libro di tutta una vita, la vita di un uomo virtuoso, sì forse incapace di grandi slanci, ma un uomo che crede fermamente che essere se stesso sia molto più importante della facciata, delle apparenze. Potrei dirvi che è un libro dalla sensibilità toccante, una storia di solitudine, un’opera delicata e pura dove dolore, malinconia e tragedia umana si mescolano; e potrei ancora dirvi che questo testo è un intreccio di riflessioni sul tema dell’educazione, l’istruzione universitaria, l’incomunicabilità di una coppia, o quella tra genitori e figli, il faccia a faccia con il mal di vivere. Tutta questa materia sullo sfondo di un’America fra le due guerre. Quante cose si potrebbero dire? ma forse anche questo è poco, perché fra queste pagine, fra l’inchiostro di questi caratteri c’è molto di più. Ho visto Stoner seduto con la testa china sui suoi adorati libri, e ne ho compreso ogni suo pensiero. L’ho osservato camminare sempre più curvo e stanco tra i corridoi dell’università, ero lì accanto a lui quando guardava fuori il giardino illuminato dal sole con i suoi occhi grigi e infossati, e avrei voluto quasi consolarlo, e gli ho voluto bene! Non ho condivo la sua inerzia, la sua rassegnazione davanti all’isteria della moglie Edith, o quando si trattava della sua felicità o quella della figlia Grace, perché lui era uno che si accontentava di una felicità “ di tanto in tanto”. Ma come si fa a non avere simpatia per uno come lui, così come è impossibile non avere antipatia per Edith o per Lomax,suo collega. Come si fa a non chiamarlo amico? forse perché a tanti di noi William Stoner ricorderà un vecchio professore un po’ burbero ma leale, o forse più semplicemente lo sentiamo familiare perché in fondo anche pensandoci lontani ed estranei alla sua vita, un po’di Stoner abita da qualche parte in ognuno di noi. Stoner si è guadagnato il posto fra i libri più importanti finora letti, e nonostante l’ordinarietà della storia, ritengo sia un autentico capolavoro, un classico, che in punta di piedi e con grazia si sporge fino a toccare la parte più intima del nostro animo, lasciando una traccia indelebile.

Nessun commento:

Posta un commento

Inserisci il tuo commento...