
Sicuramente molti di voi lo hanno letto..ve lo ripropongo!
Chi è Siddharta?
Non sappiamo quasi niente di lui, è un giovane indiano, bello, educato, che medita profondamente, vuol capire Siddharta, sperimenta molte situazioni e riesce a sganciarsi dalle dottrine che non gli offrono le risposte alle domande su se stesso e sul mondo.”No, l’uomo che cerca veramente, l’uomo che veramente vuol trovare non accoglierà nessuna dottrina”.
Assistiamo a Siddharta brahmino, mercante, barcaiolo, quanti Siddharta convivono in lui.
La ricerca della felicità, del proprio Io e del suo cammino, che passa attraverso le molteplici esperienze di Siddharta, un libro senza tempo..evanescenza dei luoghi, degli spazi: fiumi, foreste, la natura luogo di pace, un’India mai citata apertamente.
Il messaggio è molto forte, un insegnamento, un comportamento, a volte esplicitato a volte sotteso:bisogna vivere la vita sperimentando tutte le situazioni, anche quelle che sanno di dolore, apprezzando le piccole cose che ci circondano, perché solo così si può volare in alto, da soli, dove l’azzurro è più limpido e tutto diventa più chiaro ai nostri occhi, perché nessuna scienza e nessuna dottrina favoriscono la maturazione della personalità di un individuo.
E rivolgendosi al fedele amico Govinda, Siddharta dice:”Posso amare una pietra, Govinda, e anche un albero o un pezzo di corteccia. Queste son cose, e le cose si possono amare. Ma le parole non le posso amare. Ecco perché le dottrine non contano nulla per me:non sono né dure né molli, non hanno colore, non hanno spigoli, non hanno odori, non hanno sapore, non hanno null’altro che parole. Forse è questo che impedisce di trovare la pace: le troppe parole”.
Un libro che tocca le nostre corde per la profonda riflessione e analisi interiore, un romanzo senza tempo dal registro linguistico un po’ complesso.
Un piccolo libro, un grande insegnamento.